APPROFONDIMENTO_KOOLHAAS_LIBESKIND


REM KOOLHAAS

L’architetto olandese Rem Koolhaas inizia la sua attività negli assi sessanta, ponendo particolare attenzione al Situazionismo e all’esperienza di Constant. Si è formato attraversando diverse discipline, tra cui il cinema, l’arte e il giornalismo.

Nel 1997 pubblica un libro chiave per il suo lavoro, Delirious New York, in cui analizza la città americana assumendone la realtà economica, sociale e artistica come dato di fatto e cerca di spiegare il motivo per il quale una città quasi per nulla pianificata abbia dato forma alla contemporaneità; questo libro è anche un progetto di ricerca, le cui immagini rappresentano le premesse al programma del gruppo OMA (Office for Metropolitan Architecture).

Nel 1991 porta a compimento il progetto di Villa Dall'Ava a Saint Cloud. Villa Dall'Ava si organizza
in un corpo longitudinale delimitato alle estremità da due corpi trasversali, impostati su pilotis in acciaio.
Il progetto di questa villa incarna il desiderio di diversità sociale di cui Koolhaas parla nei suoi libri, contrapponendosi all’edilizia residenziale di quella zona.

Nel 1995 Koolhaas pubblica il volume S, M, L, XL, in cui riaffronta il tema della modernità in contrapposizione alle regole dell’architettura tradizionale, tanto nei progetti di scala territoriale quanto nei piccoli progetti.

Una grande rilevanza viene assunta dall’opera Casa Floriac, a Bordeaux, del 1998. L’architetto si confronta con una crisi dovuta alla disabilità del cliente, ed affronta quest’ultima in maniera moderna, innovativa. Basa il suo progetto sulla mobilità di una parte della casa, progettando una pedana aperta, senza balaustra, ammobiliata come uno studio, che collega e consente l’accesso ai tre livelli dell’edificio.


Fonti:
- A. Saggio, Architettura e modernità, pp. 370-373
- http://oma.eu/projects/villa-dall-ava
- http://oma.eu/publications/smlxl



DANIEL LIBESKIND

L’architetto polacco Daniel Libeskind si avvicina all’architettura dalla musica, che studia in Israele, e dall’arte. La sua vita si snoda in luoghi differenti, tra cui New York, Londra, Milano e Berlino, luoghi che influiscono molto su Libeskind e sulla sua visione dell’architettura.
Libeskind può essere considerato uno dei maggiori esponenti del decostruttivismo (Movimento architettonico spesso contrapposto al movimento postmoderno. Nasce in reazione al razionalismo architettonico, con la volontà di “de-costruire” ciò che è costruito).

Nel 1987 realizza il City Edge, una proposta per l’IBA berlinese. E’ un edificio multifunzionale nel programma, ad andamento lineare, nel quale si inserisce un nuovo concetto di stratificazione e layer. Il layer assume in Libeskind una forza drammatica, in quanto rappresenta il dramma del mondo che non può più rimettere insieme i pezzi.

In questo contesto Libeskind elabora la nuova ala del Museo ebraico di Berlino. Il museo viene progettato come una linea spezzata e obliqua. L’ingresso dell’edificio è volutamente nascosto, non posto lungo l’asse stradale, ma al museo si accede tramite il preesistente Berlin-Museum, a simboleggiare la stretta connessione tra la storia ebraica e quella tedesca. Il museo ha lo scopo di comunicare, attraverso la sua conformazione, i suoi spazi e i suoi percorsi, al visitatore e di trasmettere sensazioni ed emozioni che possano far immedesimare il visitatore stesso con il tema dell’edificio, l’olocausto.


Fonti:
- A. Saggio, Architettura e modernità, pp. 345-349
- https://libeskind.com/publishing/deconstructivist-architecture/
- https://libeskind.com/work/jewish-museum-berlin/




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